Informazioni Storiche
Una di queste nuove fondazioni fu proprio S. Pietro, consacrata nel 763 e donata con il suo monastero al vescovo di Lucca. Questa chiesa fu determinante anche per lo sviluppo della città perché raccolse intorno a se varie abitazioni e divenne un polo di aggregazione per l'espansione urbana ad Est delle mura romane di Lucca. Il piccolo borgo fu inserito all'interno della nuova cerchia medievale iniziata alla fine del XII secolo.
Fu proprio in quest'epoca che iniziò la riedificazione della chiesa, testimoniata in un'iscrizione posta sul quarto pilastro a sinistra in cui viene ricordata la donazione nel 1190 o 1199 di ben 100 carri di pietre per ampliare l'antica costruzione. I lavori cominciarono realizzando l'interno a pianta basilicale priva di transetto, divisa in tre navate divise da pilastri a base rettangolare di derivazione lombarda.
Alla metà del XIII secolo venne realizzata la parte bassa della facciata in arenarie grigia, divisa verticalmente da lesene (semi-pilastri sporgenti) e orizzontalmente da tre fasce di calcare bianco, sulla quale si aprono due bifore e tre portali con architravi sormontati da lunetta bicrome. Quello centrale, al di sotto di due leoni aggettanti, presenta il bassorilievo raffigurante Cristo che consegna le chiavi a Pietro, opera di Guido Bigarelli da Como, venuto a Lucca per lavorare al portico di S. Martino.
La parte alta della facciata fu eseguita nella seconda metà del XII secolo e si caratterizza per la conclusione a vela e la doppia fila di loggette cieche in calcare bianco su fondo che alterna filari di questo materiale a fasce di pietra grigia. L'edificio fu ultimato nel XIV secolo ricorrendo ai mattoni rossi nella parte alta dell'abside, della navata mediana e del campanile, nella cui base si apriva un'arcata dove passava una strada.
All'interno si possono ammirare molte opere d'arte tra cui spiccano l'Annunciazione di Zacchia da Vezzano del 1532 e una tavola con i Santi Antonio Abate, Bartolomeo, Francesco, Domenico e Andrea di Michelangelo Membrini del 1497, oltre ai dipinti seicenteschi di Gaspare Mannucci (Annunciazione) e Tiberio Franchi (San Pietro).
Nella controfacciata si trova l'organo novecentesco del Tronci realizzato reimpiegando molte parti del seicentesco strumento costruito dal celebre organista Domenico Cacioli. Il Giovane Giacomo Puccini suonò questo capolavoro e vi appose la sua firma, come a conclusione di una storia iniziata molti secoli prima dal longobardo Samuald e scritta sulle pietre di questa chiesa che ancora oggi si affaccia sulla piazza.